La diastasi addominale è una patologia fisiologica fino a quando la distanza tra i due retti non supera i 2,5 cm. In caso di una diastasi lieve-moderata si possono eseguire esercizi dei muscoli addominali di tipo passivo o attivo. Se, invece, la diastasi è di tipo grave, cioè al di sopra dei 5,5-6,0 cm, il consiglio è rivolgersi a uno specialista prima di attivare movimenti che potrebbero aumentare la debolezza della parete fasciale.
Pericoli e conseguenze della diastasi addominali
Per non peggiorare il quadro clinico generalizzato ci sono alcuni esercizi da evitare, ovvero quelli che mettono in tensione il muscolo retto addominale come lo stretching e gli addominali che sollecitano e mettono in tensione le fasce muscolari di superficie, obliqui e crunch e le rotazioni del busto. Meglio, poi, non stare supini sulla fitball e trasportare oggetti pesanti.
Se non adeguatamente trattata, la diastasi addominale può causare una serie di fastidiose complicazioni come mal di schiena, la compromissione della stabilità e della mobilità del tronco, dolore pelvico e disfunzione del pavimento pelvico, danno alla tua postura ed ernia.
Se trascurata, invece, le conseguenze sono più importanti. In questo caso si parla di perdita del punto-vita, impossibilità di avere un ventre piatto, formazione di ernie addominali e ombelicali, insorgenza di ernie epigastriche, protrusione dei visceri che escono dalla loro naturale sede anatomica e comparsa di una rientranza che attraversa longitudinalmente l’addome.
Risolvere la diastasi attraverso la chirurgia
Nella maggior parte dei casi l’operazione chirurgica rappresenta la soluzione risolutiva e definitiva per la diastasi addominale. La chirurgia per diastasi addominale presso hernia center a Roma è tra le strutture della capitale specializzate nel trattamento di questa patologia.
Stando ad alcune evidenze statistiche, è stato evidenziato che nel terzo trimestre di gravidanza, circa il 65% delle donne in stato di gravidanza è soggetta a diastasi addominale che, nel 30-60% dei casi, non si risolve dopo il parto. Pertanto, pensare di risolvere il problema attraverso il solo esercizio fisico è un errore da non commettere, perché non sempre, come già detto, è utile per ripristinare il corretto funzionamento del muscolo retto addominale che ha subito diastasi, dato che in alcuni casi un approccio del genere contribuisce a peggiorare il quadro clinico.
L’opzione migliore e definitiva resta la chirurgia mininvasiva che prevede tempi di recupero contenuti e una ripresa ottimale della paziente. L’intervento consiste in tre incisioni, tra 5 e 10 millimetri, al di sopra dell’osso pubico, per consentire al chirurgo di raggiungere le porzioni scollate del retto addominale. Nella fase conclusiva il chirurgo sutura le fasce muscolari e ricostruisce la linea alba al centro dell’addome. Attraverso questo tipo di operazione, oltre a risolvere la diastasi si rinforza la parete addominale, riducendo definitivamente eventuali rischi di recidive.
Per quanto riguarda gli esiti cicatriziali sono minimi e scompaiono in poco tempo, in quanto i tagli hanno dimensioni molto limitate.
In caso di diastasi severa, il chirurgo inserisce una rete contenitiva, il cui posizionamento potenzia maggiormente la funzionalità muscolare e funge da impalcatura al punto da stimolare la produzione di tessuto fibroso. Dopo circa una settimana la paziente può riprendere la sua vita normale e dopo un mese riprendere gradualmente l’attività fisica.
I vantaggi della chirurgia mininvasiva
La chirurgia mininvasiva, oltre a risolvere definitivamente il problema, limita il dolore sia durante che dopo l’intervento; permette un rapido recupero post-operatorio e lascia cicatrici quasi invisibili.
Inoltre, subito dopo l’intervento, il mal di schiena scompare immediatamente, perché i muscoli retti tornano a funzionare, esercitando la loro funzione di sostegno del tronco e contenimento degli organi interni. Di conseguenza anche la postura torna ad essere corretta.
Spesso, a seconda dei casi, anche l’incontinenza regredisce, la nausea sparisce e il transito intestinale diventa poi regolare.
Tornare a uno stato di salute ottimale, consente di recuperare a livello emotivo, dunque ne beneficia anche il benessere psicologico. Il pieno recupero, trattandosi comunque di un intervento chirurgico, è da considerarsi graduale e completo solo dopo aver osservato alcune settimane di riposo, evitando sforzi di qualsiasi tipo, tra cui caricare pesi. Il post operatorio varia da paziente a paziente: alcune donne avvertono, ad esempio, insensibilità dell’addome, che però si recupera nel tempo come il ritorno a una vita normale sotto tutti i punti di vista.