Dall’indagine EURISPES 2022 emerge un dato inquietante in relazione alla giustizia. La maggioranza degli italiani non ha fiducia nella giustizia, la ritiene lenta, non coerente, di parte e soprattutto il 25% degli italiani non ha fiducia al punto che nel caso subisse un reato, preferisce non denunciare. Con L’Avvocato penalista Daniele Ingarrica, cerchiamo di capire meglio il dato statistico che ci viene fornito dall’indagine.
Avvocato, dal risultato dell’indagine emerge che quasi due cittadini su tre (ovvero il 65,9% degli italiani intervistati) non si fidano della giustizia. Lei come lo vede questo dato?
“Sicuramente è un dato impressionante che ci deve far riflettere. Un organo giudiziario efficiente è alla base di una società funzionale. Il fatto che gli italiani non ripongano la loro fiducia nell’istituzione della giustizia significa che molte cose non funzionano e che sta prevalendo il senso di una giustizia malata, inefficace e inutile. Questo rischia di portare ad una giustizia fai da te che non può essere accettata dal nostro ordinamento ed ancor prima dal nostro modo di pensare.”
Le principali cause della malagiustizia vengono ricondotte per il 23% nella lentezza dei processi, per il 19,8% sul fatto che non tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, per il 13,6% sulla mancanza di certezza della pena, per l’11,9% per errori dei magistrati e l’11,6% si appella a leggi inadeguate.
“Diciamo che sicuramente la lentezza dei processi è un fattore determinante sulla malagiustizia. Si cerca di risolverlo in molti modi ma l’unico modo veramente efficace sarebbe quello di assumere qualche migliaio di persone da inserire nell’organico. Dai cancellieri a magistrati. Gli altri punti non possono considerarsi degli elementi di malagiustizia. Ci sono anche molti errori dei magistrati quello si. Ma il fatto che un essere umano possa sbagliare è insito nell’uomo. Non colpevolizzerei i magistrati nel momento in cui commettono errori in buona fede. Così come la certezza della pena e le leggi inadeguate. Non sono tanto le leggi ad essere inadeguate, quanto l’interpretazione che le viene data. Bisognerebbe cercare di tornare di più al senso letterale delle norme senza andare ad allargare i concetti giuridici fino all’estremo. Mi riferisco per esempio all’applicazione del reato di maltrattamenti in famiglia anche in rapporti sporadici tra due persone o allo stalking in occasione di una sola condotta.”
Avvocato Ingarrica, cosa ci dice sul fatto che ben 1 italiano su 4 se subisce un reato o un illecito preferisce non denunciare?
“Rivolgersi alla procura della repubblica per denunciare un fatto costituente reato alle volte può essere più un peso che una liberazione. Sono tanti i fattori che si devono considerare e soprattutto bisogna sempre fare un bilanciamento di interessi. Se il torto subito è lieve, molte volte considerano più pesante la perdita di tempo di recarsi dalle forze dell’ordine per la denuncia, in altre occasioni perché non si ha fiducia nella giustizia, in altre perché vuole chiudere in fretta la questione mentre è consapevole che con una denuncia le cose andrebbero molto alle lunghe.”
C’è una soluzione a questa poca fiducia nella giustizia?
“C’è sempre una soluzione a tutto. L’importante è volerlo. Si possono fare riforme, varare nuove leggi e provare nuove soluzioni. Ma credo che il punto nodale della questione sia la mentalità che deve cambiare e soprattutto i magistrati devono cambiare radicalmente il loro modo di essere e soprattutto il loro modo di essere percepiti dal cittadino.
Oggi è opinione comune che loro siano la casta più forte in assoluto e questo è dovuto anche a causa delle ultime vicende giudiziarie (Caso Palamara fra tutti) che ha messo in evidenza una struttura che entra in protezione dei propri membri fino a che questi possono essere protetti. Superata questa soglia vengono invece utilizzati come capro espiatorio, ed additati come il male assoluto cercando di addossare su di lui tutte le colpe del malfunzionamento della giustizia.”