La cippatura: che cos’è, a cosa serve e perché effettuarla

Le aziende agricole necessitano di effettuare delle lavorazioni di tipo meccanico, che possono essere delegate a società che si occupano di bonifica ambientale e dispongono anche di attrezzature adeguate per offrire anche servizi specialistici, come quelli descritti sul sito di Gumiero Ambiente al link https://www.gumieroambiente.it/lavorazioni-agricole-meccaniche/.

Tra queste operazioni, la più frequentemente richiesta è la cippatura, ovvero la triturazione del materiale legnoso, che richiede l’impiego di un apposito macchinario (detto cippatrice), che riesce a trasformare il legno derivante da alberi caduti in scaglie di dimensioni contenute. Si tratta di una pratica che può essere applicata per scopi diversi, ad esempio per ripulire i boschi dai rami secchi che si trovano a terra, ma anche per smaltire il materiale scartato dai processi produttivi agricoli e dalle potature delle piantagioni da frutto.

Il cippato: di cosa si tratta e utilizzo

Il prodotto derivante dal processo di cippatura prende il nome di cippato, appellativo che si deve alla lingua inglese e indica la caratteristica forma frammentata del prodotto finale. Con questo termine si identifica un composto biologico di base legnosa, che viene triturato in modo che la pezzatura venga resa uniforme, rispettando dimensioni che mediamente variano tra mezzo centimetro e pochi centimetri.

La procedura per ottenere questo prodotto passa interamente dalle apposite macchine, da un lato delle quali si inserisce il legno, che viene poi restituito dall’altro sotto forma di composto triturato. Esistono cippatrici in grado di trattare materiali diversi, dall’erba fino ai tronchi.

Una volta terminato il processo di cippatura, il risultato della lavorazione può trovare diversi impieghi all’interno del settore energetico. Ad esempio, può essere utilizzato per ottenere energia elettrica in centrali funzionanti a biomasse, oppure per produrre calore. Gli impianti che possono essere alimentati da questa fonte di energia possono essere sia ridotti, di potenza pari a pochi kW, che di grandi dimensioni, fino a raggiungere una potenza di parecchi MW.

Quando si effettua la cippatura

Come accennavamo in precedenza, le motivazioni che giustificano la necessità della cippatura sono essenzialmente due. La prima è finalizzata allo smaltimento dei prodotti di scarto derivanti dalla potatura della pianta: ridurre il volume dei rifiuti ne facilita il trasporto. In questo caso sono le aziende che si occupano di bonifica a provvedere alla raccolta del materiale, a trasformarlo in cippato e trasportarlo verso la destinazione idonea al suo trattamento. Una volta terminato il processo, il prodotto sarà utilizzabile per produrre energia pulita da una fonte rinnovabile. Questa energia, come dicevamo poco fa, può sostenere l’alimentazione di impianti anche imponenti, ma può in egual modo essere sfruttata dai privati cittadini che desiderano portare avanti uno stile di vita ecosostenibile e rispettoso dell’ambiente.

La seconda motivazione per effettuare la cippatura ha come scopo lo sfruttamento del materiale ligneo ridotto in scaglie. Molte aziende agricole, infatti, preferiscono impiegare gli stessi prodotti di scarto derivanti dai loro processi, così da poterli riutilizzare per altri fini. Nel caso specifico del cippato, infatti, questo prodotto è utile per la concimazione delle aiuole e anche come pacciamatura, in modo da mantenere il terreno umido e rendendolo poco adatto a consentire la proliferazione e la crescita di erbe infestanti. Un altro utilizzo che se ne può fare è quello di depositare il cippato lungo sentieri e strade fangose così da renderle meno scivolose e cedevoli.

Qualunque sia la motivazione che induce il cliente a richiedere all’azienda di bonifica ambientale di attuare il processo di cippatura, la buona riuscita di questo dipende anche in larga misura dal livello di contaminazione del terreno, quindi da quanto i cittadini sono efficienti nel portare avanti la raccolta differenziata. La contaminazione, che sia parziale o consistente, del materiale destinato alla cippatura e raccolto dal suolo insieme ad altri rifiuti smaltiti in modo non corretto può compromettere il recupero completo del composto legnoso.