La differenza tra alta e bassa pressione atmosferica

Ci siamo un po' abituati a sentire tanti termini usati dai bollettini meteo, soprattutto quando con la brutta stagione cominciano ad apparire preoccupanti allarmi sulla qualità dell'aria nelle nostre città e fanno la loro comparsa le indicazioni su come comportarsi per ridurre al minimo le conseguenze sull'ambiente.

La pressione atmosferica è uno dei concetti che viene richiamato più spesso, ma di solito il pubblico medio non ha bene in mente di che cosa si tratta. Vediamo di fare un po' di chiarezza per capire anche perché è così importante sorvegliare questo parametro.
 

 

Che cosa si intende per pressione atmosferica?

 

Bisogna immaginarsi un sistema di misura, dove c'è una bilancia su cui pesa una ideale colonna d'aria verticale che va dal livello del suolo fino all'atmosfera. Tutto il gas presente su quella superficie grava sul piatto e questo viene chiamato pressione atmosferica.

È una spiegazione molto semplicistica, ma un punto di passaggio fondamentale per capire meglio di che cosa si tratta. Questa grandezza è stata scoperta, o meglio misurata, dal romano Evangelista Torricelli, inventore del barometro, nella prima metà del 1600.

Attraverso un tubo di vetro pieno di mercurio e utilizzando il principio dei vasi comunicanti, elaborato proprio in quegli anni, riuscì a determinare il valore medio di un'atmosfera, che è pari a 1033 g/cm2, come valor medio, anche se oscilla in base a molti fattori.

Anche se attualmente si utilizza il Pascal (Pa) come unità di misura, ne esistono comunque altre tra cui il torr, legato proprio il nome dello scopritore, il bar, la baria e l'atmosfera, che sono tra loro legate da relazioni più o meno complesse.

Attualmente si considera il peso di un metro cubo di aria a zero gradi a livello del mare come pari a 1,3 kg, ma a seconda della quantità di vapore acqueo e temperatura questo valore può oscillare.

La misurazione standard viene fatta alla latitudine di 45°, più o meno quella del Nord Italia, che con un barometro standard, che fa corrispondere la pressione media a quella di una colonnina di mercurio alta 760 mm.
 

 

Che differenza c'è tra alta e bassa pressione?

 

Come già accennato le caratteristiche dell'aria influenzano la sua pressione, con oscillazioni più o meno marcate a seconda dell'altitudine, della latitudine e di svariati altri parametri.

Nelle zone dove questa è bassa l'aria è meno pesante e più calda, quindi tende a salire verso l'alto e forma correnti ascensionali, portando via il vapore dal livello del suolo e convertendolo in seguito in una condensa che genera poi le nuvole.

La bassa pressione è quindi correlata con le precipitazioni e cattivo tempo in generale, con variazioni spesso repentine, legate per esempio alla pendenza del terreno e la qualità dell'irraggiamento solare. Se invece la pressione è alta l'aria è più fredda e scende verso il basso ed è causa del bel tempo, ma anche di una maggiore umidità al suolo.

Nel nostro paese la conformazione spesso collinare e montuosa delle varie zone, oltre che l'influenza del mare rende molto difficile trovare un valore unico per la pressione, che infatti oscilla dai 980 hPa fino a un massimo di 1045 hPa.

Anche i venti vengono influenzati dalla pressione dell'aria, perché c'è una la tendenza a uno spostamento delle masse dalle zone ad alta pressione verso quelle dove è bassa, un po' come fa l'acqua quando scende lungo un declivio. Inoltre l'umidità che viene smossa dalle correnti può determinare anche cambiamenti critici di pressione e persino variazioni di elettrizzazione delle polveri in sospensione presenti.

Questo quindi influenza non soltanto il clima, ma anche la qualità dell'aria, perché se le polveri sottili vengono tenute vicino al suolo e c'è al tempo stesso una generazione continua di inquinamento la pressione dell'aria è un fattore determinante per chi deve decidere se ci sarà o meno uno stop del traffico.