Rispondere a questa domanda, apparentemente complessa, in realtà è relativamente semplice una volta decodificato il codice fiscale stesso secondo un preciso algoritmo come questo elaborato da sito CodiceFiscaleInverso.com. Tale procedura, in altre parole, permette di estrarre i dati anagrafici del titolare del codice stesso. Questo procedimento viene anche comunemente chiamato “Codice Fiscale Inverso”.
I numeri e le lettere che lo compongono, quindi, identificano il nome, il cognome, il sesso, il luogo e la data di nascita di una persona. Ovviamente, non sono numeri e lettere messi a caso ma secondo precise regole.
Il codice fiscale è il biglietto da visita di ogni persona residente sul territorio italiano. Uno strumento imprescindibile, che ti consente di accedere alla maggior parte dei servizi offerti dallo Stato. Sanità, fiscalità e mondo del lavoro, sono tutti settori fondamentali accessibili con questo identificativo. Oramai, in sostituzione del proprio codice fiscale, si usa la tessera sanitaria: un piccolo ritaglio di plastica blu e dotato di microchip. Nonostante questo strumento sia essenziale, non è quello il principale documento su cui viene riportato il codice fiscale.
Che cos’è il codice fiscale e perché è tanto importante
Al momento della nascita, infatti, i nostri genitori hanno fatto richiesta all’Agenzia delle Entrate per avere il nostro codice fiscale. A casa è stata recapitata una busta contenente una tessera plastificata di colore bianco e verde. Quello è il vero tesserino del codice fiscale, quello a cui fare riferimento per tutta la vita.
L’identificativo alfanumerico per antonomasia in Italia ci viene consegnato alla nascita perché lo Stato è già in possesso dei dati anagrafici necessari per costruirlo. Non funziona, infatti, come con il NIN britannico o come il Numero di Previdenza Sociale statunitense. Il codice fiscale racconta una storia, unica ed esclusiva: la nostra.
Il codice fiscale italiano è composto da sedici caratteri detti alfanumerici, poiché possiamo trovare sia numeri, sia lettere. A una prima disamina, un occhio poco attento potrebbe pensare che questi sillogismi vengano scelti in maniera casuale e randomica, ma in realtà nascondono ben altro. Risale, infatti, al 1971 il Codice Belfiore, il regolamento statale che norma la stesura e la formulazione del codice fiscale. All’epoca, era molto più semplice associare ad ogni singolo carattere un significato piuttosto che procedere in maniera del tutto casuale.
Come vengono segnalati nome e cognome all’interno dell’identificativo alfanumerico?
Le prime sei lettere di ogni codice fiscale, infatti, servono per indicare nome e cognome del titolare. Decodificare un codice fiscale, tuttavia, non è una scienza esatta, e ad uno stesso codice possono essere assegnati più nomi o cognomi.
Facciamo un esempio, per rendere meglio l’idea. Prendiamo ad esempio il signor Rossi, poiché questo è il cognome più diffuso in Italia. Secondo la normativa del 1971, all’interno dell’identificativo alfanumerico appariranno le prime tre consonanti del cognome. In questo caso RSS. Nel caso non ci fossero abbastanza caratteri duri, si ricorre alla prima vocale o, addirittura, alla seconda, nel caso vi fosse la presenza di una sola consonante. Rosi, ad esempio, diventa RSO, mentre Agà si trasforma in GAA.
Per il nome, il regolamento è leggermente diverso. Per i nomi lunghi, infatti, si considerano la prima, la terza e la quarta consonante. Francesco diventa FNC, mentre Stefano si trasforma in SFN. In assenza di consonanti, ci si rifà alle norme del cognome.
Anche la data di nascita appare all’interno del codice fiscale: ecco come decodificarla
Dopo aver capito come collocare i primi sei caratteri, è necessario decriptare la data di nascita. L’analisi dell’identificativo alfanumerico riprende da qui, poiché dopo sei lettere si trovano i primi due numeri, di facile identificazione: l’anno di nascita. Di seguito, ancora una lettera, che serve per tarare il giusto mese di nascita. Dodici lettere, una per ogni segmento dell’anno.
Infine altri due numeri, che servono per identificare il sesso e il giorno di nascita del titolare. Come è possibile ciò? Semplice: gli uomini riportano la propria data così com’è, senza alcuna modifica, mentre alle donne viene applicato un più quaranta. Due persone, di sesso opposto, nate entrambe il giorno diciotto, riporteranno 18 nel codice fiscale, se maschio, e 58, se femmina.
Cosa indicano gli ultimi cinque caratteri del codice fiscale?
Anche il luogo di nascita viene riportato all’interno del codice fiscale. Per farlo, ci si è dovuti rifare al codice catastale italiano. Questo elenco mette in successione tutti i comuni presenti in Italia secondo un rigido ordine alfabetico. Si parte da Abano Terme, in provincia di Padova, con il codice A001, e si chiude con M204, Zungri, sotto la giurisdizione di Vibo Valentia.
Infine, l’ultimo carattere di questa eterna lista, quello di controllo, che permette di evitare i casi di omocodia in Italia. Infatti, l’ultima consonante del nostro identificativo alfanumerico viene selezionata attraverso un complicato algoritmo, che assegna ad ogni lettera un valore numerico e mantiene inalterato, invece, le cifre presenti. Una volta effettuata la sommatoria, il risultato va diviso per 26. Una volta ottenuto il risultato, questo va associato ad una lettera dell’alfabeto, che serve proprio per identificare il carattere che apparirà nel codice fiscale.
Il legame inscindibile tra dati anagrafici e codice fiscale
Questo, in estrema sintesi, è il legame che lega con un doppio nodo l’identificativo alfanumerico per antonomasia in Italia ai nostri dati anagrafici. Una totale dipendenza, poiché ad ogni singolo codice appartiene una vita, una persona che cresce, lavora e vive all’interno del nostro Paese. Un compagno di viaggio, che ha il solo scopo di rendere l’Italia migliore di ieri.